domenica 30 novembre 2014

#iosostengolapiccolaeditoria - Rischiare per nuove proposte editoriali: ecco le EDIZIONI ARPEGGIO LIBERO

Buongiorno a tutti, oggi presentiamo la ARPEGGIO LIBERO.. Casa editrice di con 3 operatori in organico, 61 scrittori pubblicati e un catalogo di 83 opere.

About:

Arpeggio Libero nasce a Lodi alla fine del 2010 e in tre anni si afferma come una novità nel variegato panorama dell’editoria italiana. Casa editrice quasi interamente dedicata alla narrativa custodisce gelosamente  un piccolo spazio anche per la poesia con la collana Armonia di parole.
La missione dello staff di Arpeggio Libero è innanzitutto quella di dar voce a esordienti che difficilmente troverebbero spazio nel complicato mondo dell’editoria italiana. Questo non ha certo impedito che alcuni di loro si siano affermati come scrittori noti ormai non solo a livello locale.
I libri pubblicati da Arpeggio si distinguono oltre che per la scelta dei contenuti per la qualità della carta e per essere tutti rigorosamente cuciti.
La casa editrice collabora sin dal suo esordio con mEEtale, e con minimEE realtà del web dalle quali provengono alcuni degli scrittori pubblicati da Arpeggio.
Non solo letteratura ma anche istruzione, creatività e arte caratterizzano la nostra casa editrice che, ad esempio, nel maggio del 2012 ha organizzato in collaborazione con il Liceo Artistico C. Piazza di Lodi, il concorso ‘Creiamo la copertina’ per la realizzazione grafica delle copertine dei libri ‘L’abbraccio di Thanatos’ di Furio Thot e ‘Lentamente muore’ di Nicola Fiorin.


  1. Magla  : Da quanto tempo operate nell'editoria?
    Arpeggio Libero: Dal novembre 2010
  2. M: Su che tipo di pubblicazioni vi siete specializzati?
    A: Narrativa e un po' di poesia
  3. M: Qual è il vostro pubblico di lettori, a chi vi proponete?
    A: Pubblico generico
  4. M: Quanto puntate sulle pubblicazioni cartacee e quanto invece sugli ebook?
    A: L'ebook è un completamento ma il forte della produzione è cartaceo
  5. M: Quanti titoli sono previsti in catalogo per il 2015 e quanti ne ipotizzate per il 2016?
    A: Una trentina per il 2015 e per il 2016 vedremo.
  6. M: Quali sono i problemi che incontrate come piccola CE nel mondo editoriale? In che modo li arginate o li risolvete?
    A: I problemi che si incontrano nel mondo dell'editoria sono sotto gli occhi di tutti in quanto sono gli stessi di qualsiasi settore produttivo: 1. Strapotere e concentrazione dei colossi che cercano di uniformare e appiattire i gusti per poter standardizzare. 2. Questo avviene anche a livello distributivo (vedi Catene editoriali- distributive) con conseguenti problemi di pagamento. Il mondo economico si basa sul concetto di forza e di prepotenza, non certo su basi etiche. Come arginarlo? Cercando di arrivare al contatto diretto con il pubblico attraverso fiere e presentazioni, questo comporta un dispendio di energie notevole, ma grazie alla compagine dei nostri autori che sanno che remando nella stessa direzione si ottengono ottimi risultati stiamo crescendo.
  7. M: La grande distribuzione è uno dei problemi che affligge le piccole CE: nelle librerie trovano sempre più spazio titoli delle major e sempre meno posto è dedicato ai volumi proposti dalla piccola editoria, così come la disponibilità per incontri e presentazioni. Avete trovato idee alternative a ciò?
    A: Se le dovessi esprimere probabilmente sarei arrestato per cui NO COMMENT
  8. M: Ritenete che internet sia un buon veicolo per la vendita dei vostri volumi? Vendete tramite il vostro sito o siete presenti anche nei maggiori store on line?
    A: Sì il nostro sito funziona e la sua importanza percentuale rispetto alla globalità delle vendite è cresciuta nell'ultimo anno.
  9. M: Quali ambiti intendete sviluppare tramite i mezzi informatici? In che aspetto internet è una risorsa per voi?
    A: E' il veicolo pubblicitario più potente e meno costoso che abbiamo a disposizione.
  10. M: Pensate di sperimentare canali alternativi di vendita, oltre alle fiere e presentazioni?
    A: Sono disposto a sperimentare qualsiasi idea mi venga suggerita o a copiarne spudoratamente di valide, io al momento non ne ho.

  11. M: I social network in che modo possono essere una risorsa per una piccola CE che non arriva a una distribuzione capillare dei suoi prodotti?
    A: I SN sono una risorsa soprattutto per far capire ai lettori che non si devono arrendere e subire passivamente lo strapotere dei big e ciò che viene imposto al mercato, ma fare rete significa anche informarsi e conoscere. Oggi solo grazie alla rete i piccoli editori possono far sapere al pubblico che il 65% del costo dei libri viene assorbito dalla distribuzione.
  12. M: Parliamo ora dei rapporti con gli altri attori del mondo editoriale. Partiamo dagli scrittori: con che criteri selezionate i vostri autori? Pubblicate anche esordienti? Com'è impostato il rapporto CE-autori? Pubblichiamo quasi esclusivamente esordienti o emergenti.
    A: La selezione si basa sulla validità dell'opera. Ho cercato di impostare il rapporto all'insegna della massima trasparenza, (parlo delle mie difficoltà e di quelle delle Ce in genere). Posso dichiararmi fortunato nel constatare che i nostri autori hanno formato una squadra che si aiuta e sostiene a vicenda e con molti di loro è nato un vero rapporto di amicizia che va ben al di là di quello professionale.
  13. M: Che rapporto avete con i blog letterari o lit blog? Pensate che possano influenzare il mercato editoriale e condizionare le scelte dei lettori? E se sì, ciò può essere una risorsa?
    A: Pessimo e mi fermo qui.
  14. M: Adesso veniamo a uno dei tasti dolenti: gli Editori a Pagamento (Eap), secondo voi quali sono le ragioni per questo fenomeno, sempre più dilagante? Vi hanno tolto fette di mercato o sono due segmenti differenti, che non interagiscono tra loro?
    A: L' EAP sono al tramonto, il danno ormai lo hanno fatto ma la crisi e la minore disponibilità di denaro per soddisfare le proprie velleità di scrittore affidandosi a una EAP hanno ristretto il loro mercato. I segmenti sono differenti.
  15. M: E che giudizio date sul sempre più dilagante fenomeno delle Self? Ciò per voi è una risorsa o un ulteriore elemento di depauperamento dell'intero sistema editoriale?
    A: Questo sì è un fenomeno preoccupante, l'invasione del self l'incoraggiamento che proviene (per motivi che devo ancora analizzare a fondo) dalle grandi CE (Bancarella a un ex self, Concorso Feltrinelli per self etc.) mi fa sentire puzza di bruciato, anche loro, come me, hanno capito che l'EAP è al tramonto e si stanno buttando sul mercato del self?
  16. M: Come perseguite il difficile lavoro di CE onesta, che supporta i propri scrittori, spesso esordienti, senza chiedere nulla in cambio se non il loro talento? Cosa vi spinge a proseguire su questa filosofia, nonostante la profonda crisi che ha investito anche il mondo letterario?
    A: #semprecongliindiani “Della Morte ricordati che la vita per chi sta con gli indiani sarà sempre in salita” - da Il migliore dei mondi possibili di Nicola Fiorin
  17. M: Volete dire qualcosa ai vostri lettori?
    A: Perdonateci i refusi, gli errori che ogni tanto trovate, vi prometto che un giorno spariranno ma sono ancora il nostro punto debole, credetemi non è una cosa facile con i tempi di oggi.
  18. M: E ai vostri scrittori?
    A: Vi voglio bene siete la mia forza!
  19. M: E agli altri editori?
    A: Facciamo fronte comune contro le grandi catene e le grandi CE i lettori meritano qualcosa di meglio di Dan Brown

Ringraziamo EDIZIONI ARPEGGIO LIBERO  per aver aderito all'iniziativa #iosostengolapiccolaeditoria e per ospitare Magla l'isola del libro nel suo stand alla fiera di Roma Pìù libri più liberi

sabato 29 novembre 2014

#iosostengolapiccolaediotria- TRA EDITORI E LETTORI: L'IMPORTANZA SILENZIOSA DEI DISTRIBUTORI- LIBRI DIFFUSI - I distributori

Intervista a distributori


Buongiorno a tutti. Oggi ascoltiamo la voce di uno degli attori, a volte anche un po’ nell’ombra, del mercato editoriale e della diffusione della cultura: il distributore editoriale. 

E’ qui con noi Valerio Achille Semenzin Responsabile di Libri Diffusi Distribuzione (www.libridiffusi.com) che si occupa della distribuzione delle case editrici segnalate su questo link: http://www.libridiffusi.com/clienti_3.html in tutta Italia ed è presente anche in Svizzera, Romania e Stati Uniti.



1 - Spiegate ai lettori come funziona il vostro lavoro di distributore editoriale
La distribuzione è il tramite tra le librerie e le piccole medio case editrici. Una sorta di “Broker”.

2 – Il vostro lavoro è di fondamentale importanza per l’editoria. Lo differenziate rispetto ad una piccola CE o una big?
Grazie per la “fondamentale importanza”. La grande casa editrice solitamente non si rivolge a un distributore per la diffusione del suo catalogo ma preferisce affidarsi a grossisti di zona. Il piccolo editore invece si rivolge ad agenzie come la mia.

3– In che modo lavorate rispetto alla distribuzione, per i libri in catalogo di una piccola CE o rispetto alla distribuzione di massa di una major? Differenziate il vostro lavoro?
Come detto prima, la distribuzione si rivolge alle piccole medio realtà editoriali. L’importante è capire che la distribuzione non effettua il lavoro di vendita; distribuire è una cosa, vendere è un’altra. Libri Diffusi non fa promozione diretta nelle librerie; tuttavia organizziamo eventi letterari in tutta Italia, perché il sottoscritto ama tantissimo presentare libri di autori minori. Gestire e avere di supporto anche un’agenzia eventi aiuta molto.
Ho iniziato nel giugno del 2009 con la mia ex libreria e a oggi posso dire con molto orgoglio di aver superato i duecento eventi gestiti più o meno interamente da me.


4 – Quali sono i punti di criticità del lavoro per l’una o l’altra CE?
Le difficoltà sono spesso legate spesso a librerie, soprattutto quelle di catena, che non vogliono collaborare con piccoli editori, nonostante siano distribuiti regolarmente. Per alcuni Libri Diffusi non esiste nemmeno, quando invece è presente sul mercato dal settembre del 2011. Così il libro del piccolo editore rimane fuori dalla porta della libreria, nonostante basterebbe una telefonata o un’e-mail per farlo entrare senza difficoltà.

5 – Come vi approcciate con le librerie?
Solitamente è la libreria che cerca il distributore per avere una o più copie di un editore distribuito. Mi capita spesso di dover contattare punti vendita per chiedere la disponibilità a tenere delle copie in deposito di un/a determinato/a autore/trice di una casa editrice cliente; in quel caso l’approccio dev’essere basato sulla massima delicatezza e buona educazione. I colleghi librai (si, mi sento ancora libraio nonostante abbia chiuso il negozio il 31 luglio del 2011….uno dei giorni più tristi di tutta la mia vita) ricevono ogni giorno proposte di collaborazione e allora il segreto può essere farli sentire protagonisti del successo di un libro e soprattutto non dare per scontato che il conto deposito sia accettato. Le mie librerie fiduciarie ricevono le schede con le novità ma NESSUNA ha l’obbligo di acquisto, ne di tenere in deposito, anche in piccole quantità, il volume da me proposto. Io sono poco favorevole ai conto depositi ma posso capire come la pensano i librai, soprattutto in questo periodo.

6 – Facciamo un po’ di numeri. Qual è la percentuale di lavoro nella distribuzione delle major e delle piccole CE?
Non mi sento proprio di fornire stime esatte; cosa posso dire è che la differenza è abissale.
Libri Diffusi ha fatto il grande salto un anno e mezzo fa, quando ha iniziato a collaborare a pieno regime con il gruppo Emmelibri; i numeri sono cambiati di parecchio.

7 – Parlando delle piccole CE, che spesso lamentano problemi proprio con la distribuzione capillare in tutta Italia e trovano forme alternative per arrivare al lettore, voi cosa proponete per risolvere questo empasse?
Bella domanda!!! Io sostengo fermamente che il primissimo passo per la vendita di un libro di un piccolo editore, è il coinvolgimento a 360° dell’autore/trice stesso/a. Chi meglio di lui/lei conosce il proprio prodotto editoriale? Una volta che costui/ei capisce come vendere e soprattutto a chi vendere, questo agevola non poco il lavoro della casa editrice, che solo a quel punto può combinare una sinergia con la distribuzione e arrivare a vendere fino a cento copie in una settimana, che non è poco. Quello che ho raccontato, è successo. E’ importante conoscere bene il ruolo della distribuzione e non limitarsi a pensare che sia solo quella che vende. Le difficoltà nascono quando c’è poco dialogo tra noi e le case editrici. Io posso asserire convinto di avere un dialogo, più o meno continuo con tutte le mie case editrici clienti. Con qualcuna di queste mi sento di più, forse anche perché è nato un rapporto d’amicizia, ma la mia attenzione non manca davvero a nessuno. Altre difficoltà sono spesso legate al fatto che alcune agenzie hanno difficoltà a mandare una copia sola mentre Libri Diffusi non ha problemi di nessun tipo; essendo stato libraio cerco di agevolare le librerie il più possibile. Con questo non voglio assolutamente giudicare il lavoro di nessuno, soprattutto se con più esperienza di me. Sia con le case editrici evito di farmi mandare libri in deposito, anche per mancanza di spazio, sia con le librerie. Secondo me ’azione di marketing dev’essere mirata a una vendita quasi sicura, nel rispetto di ogni parte, anche per evitare di spendere soldi in spedizioni.

8 – Questa iniziativa è a sostegno della medio-piccola editoria, voi cosa potete dire grazie alla vostra esperienza nel settore, per spingere i lettori a scegliere un titolo di una piccola CE piuttosto che di una major?
Lotto da anni con tutte le mie forze perché la Microeditoria in Italia possa avere il successo che merita. Spesso nel piccolo editore si nasconde il grande talento che non può emergere, solo perché non conosciuto/a al grande pubblico e questa cosa non riesco a digerirla proprio.
E ne ho conosciuti davvero tanti in questi anni. Nella piccola editoria ho trovato e provato grandi emozioni, in una grande troppo spesso lo stereotipo.
Nel suo piccolo Libri Diffusi continua la sua lotta e non intende mollare il colpo…chi crede nel mio progetto, mi segua pure.
Grazie dell’intervista e scusate se a volte ho divagato un po’.


Grazie a te, Achille, a nome di tutta Magla l'isola del libro.

#iosostengolapiccolaeditoria - Appena nata ma piena di grinta letteraria: I DONI DELLE MUSE

Per l'iniziativa del blog Magla l'isola del libro a sostegno della piccola editoria oggi vi presentiamo la nuovissima casa editrice I DONI DELLE MUSE.




ABOUT


I Doni delle Muse Edizioni raccoglie tutte le pubblicazioni dell’Associazione Culturale omonima. Si tratta di una realtà non a scopo di lucro con finalità divulgativa rivolta tanto agli adulti quanto ai bambini, mirata alla riscoperta della cultura tradizionale e popolare e alla valorizzazione della letteratura classica, medievale e rinascimentale.  Ampio spazio destiniamo anche alla narrativa fantastica e storica, oltre alla riduzione di testi classici per bambini con un programma di diffusione culturale rivolto a scuole e biblioteche. La nostra attività divulgativa include presentazioni, conferenze, letture e lezioni/concerto.
Trovate informazioni sul nostro lavoro di ricerca sulle arti performative antiche qui: idonidellemuse.wordpress.com
Buongiorno a tutti, oggi presentiamo I Doni delle Muse, Associazione Culturale di Milano, con numerosi collaboratori e associati, otto scrittori pubblicati (e numerosi autori di racconti) e un catalogo di quattordici opere.

  1. Magla: Da quanto tempo operate nell'editoria?
    I doni delle muse: Nel campo dell'editoria da pochi mesi, ma la pubblicazione di libri è stata l'inevitabile conseguenza di un lavoro di studio e ricerca iniziato dieci anni fa. La nostra Associazione opera da sempre nel campo della divulgazione del teatro, della musica e della letteratura con particolare attenzione al periodo compreso tra Antichità e Rinascimento.
  2. M: Su che tipo di pubblicazioni vi siete specializzati?
    I: Ci occupiamo principalmente di quattro settori: letteratura fantastica, narrativa storica, romanzi d'avventura e adattamenti per bambini e ragazzi di grandi classici dell'epica e della poesia. Per scelta selezioniamo solo testi che mantengano un legame con i nostri campi di studio.
  3. M: Qual è il vostro pubblico di lettori, a chi vi proponete?
    I: Cerchiamo di avvicinare ai temi da noi trattati il pubblico più vario, senza preclusioni, attraverso un intenso lavoro divulgativo sotto forma di conferenze/spettacolo e interventi nelle scuole.
  4. M: Quanto puntate sulle pubblicazioni cartacee e quanto invece sugli ebook?
    I: Per ora ci siamo occupati soltanto di pubblicazioni cartacee, ma per il 2015 faremo sicuramente uscire alcuni dei nostri titoli sotto forma di ebook. Escludiamo la possibilità di pubblicazioni esclusivamente digitali: data la natura della nostra Associazione privilegiamo i rapporti diretti con il pubblico rispetto a quelli virtuali.
  5. M: Quanti titoli sono previsti in catalogo per il 2015 e quanti ne ipotizzate per il 2016?
    I: Di sicuro pubblicheremo almeno altri quindici titoli per il 2015, nove dei quali sono già stati scelti. Ma non ci precludiamo nessuna possibilità. Il 2016 invece è ancora lontano. Vedremo.
  6. M: Quali sono i problemi che incontrate come piccola CE nel mondo editoriale? In che modo li arginate o li risolvete?
    I: Dobbiamo dire che in realtà non abbiamo trovato particolari ostacoli, anzi, da quando abbiamo iniziato sono state tantissime le persone che ci hanno aiutati, hanno pubblicizzato le nostre attività e ci hanno seguiti. Anche il numero di persone che ci sostengono, acquistando i nostri titoli e pubblicizzandoli, continua ad aumentare. Tenete però presente che noi siamo un'Associazione no profit, pertanto non abbiamo gli obiettivi di crescita economica che, giustamente, hanno tutte le aziende. Il nostro è un obiettivo puramente divulgativo e artistico: nella realizzazione di questo non possiamo che dichiararci soddisfatti.
  7. M: La grande distribuzione è uno dei problemi che affligge le piccole CE: nelle librerie trovano sempre più spazio titoli delle major e sempre meno posto è dedicato ai volumi proposti dalla piccola editoria, così come la disponibilità per incontri e presentazioni. Avete trovato idee alternative a ciò?
    I: Anche in questo caso, le nostre difficoltà sono poche. A noi interessa soprattutto incontrare di persona il pubblico e divulgare la nostra attività, più che essere presenti in tutte le librerie. Presentazioni e incontri non hanno mai rappresentato un problema: forse perché siamo attivi e conosciuti sul territorio nel campo della musica e del teatro da circa dieci anni, di solito librerie, biblioteche e altri contesti culturali accolgono con entusiasmo i nostri incontri/spettacolo, in cui spesso eseguiamo musica dal vivo.
  8. M: Ritenete che internet sia un buon veicolo per la vendita dei vostri volumi? Vendete tramite il vostro sito o siete presenti anche nei maggiori store on line?
    I: In realtà vendiamo soprattutto in forma diretta. In ogni caso, i nostri libri sono disponibili in tutti gli store online.

  9. M: Quali ambiti intendete sviluppare tramite i mezzi informatici? In che aspetto internet è una risorsa per voi?
    I: Internet è senza dubbio un ottimo strumento pubblicitario e ne riscontriamo la grande utilità soprattutto per creare progetti con nuovi autori.
  10. M: Pensate di sperimentare canali alternativi di vendita, oltre alle fiere e presentazioni?
    I: Abbiamo sperimentato di tutto, ma accettiamo suggerimenti! Di sicuro i concerti e gli spettacoli, così come i laboratori artistici nelle scuole, hanno sempre rappresentato un ottimo momento per la vendita dei libri.
  11. M: I social network in che modo possono essere una risorsa per una piccola CE che non arriva a una distribuzione capillare dei suoi prodotti?
    I: Sono ottimi strumenti pubblicitari, ma non sostituiscono il contatto diretto con i lettori
  12. M: Parliamo ora dei rapporti con gli altri attori del mondo editoriale. Partiamo dagli scrittori: con che criteri selezionate i vostri autori? Pubblicate anche esordienti? Com'è impostato il rapporto CE-autori?
    I: Innanzi tutto, preferiamo avere a che fare con autori consapevoli che i nostri criteri di selezione sono connessi a un'idea artistica molto precisa, che si può conoscere attraverso le nostre attività e le nostre pubblicazioni. Desideriamo autori seri, motivati, che abbiano voglia di lavorare, consapevoli del fatto che avere scritto un romanzo rappresenta solo l'inizio del lavoro vero: l'editing, le presentazioni e la promozione. Purtroppo è raro riscontrare questa consapevolezza negli esordienti, che tuttavia non escludiamo a priori (abbiamo già messo sotto contratto due ottime autrici).
    Essendo una realtà rigorosamente non a pagamento, l'autore deve essere consapevole che l'utente finale è il lettore, che paga per leggere un testo curato nei minimi dettagli: nelle nostre pubblicazioni in nessun modo la cura del testo deve essere intesa come un servizio editoriale rivolto all'autore. Il testo viene sottoposto a un editing rigorosissimo a più livelli, fatto a quattro mani, i cui dettagli vengono discussi prima ancora della proposta del contratto. D'altra parte riteniamo che se non si condividono gli stessi obiettivi non sussistano i presupposti per la pubblicazione.
  13. M: Che rapporto avete con i blog letterari o lit blog? Pensate che possano influenzare il mercato editoriale e condizionare le scelte dei lettori? E se sì, ciò può essere una risorsa?
    I: I blog letterari sono indispensabili per farsi conoscere ai lettori. Sicuramente, una recensione o un'intervista possono incuriosire e portare all'acquisto di un libro. Da non sottovalutare inoltre il fatto che potrebbero essere mezzi anche per fare interessare ottimi scrittori all'attività della casa editrice.
  14. M: Adesso veniamo a uno dei tasti dolenti: gli Editori a Pagamento (Eap), secondo voi quali sono le ragioni per questo fenomeno, sempre più dilagante? Vi hanno tolto fette di mercato o sono due segmenti differenti, che non interagiscono tra loro?
    I: Vi darò una risposta poco popolare, ma la ragione principale per cui esistono le case editrici a pagamento è l'approccio che molti autori hanno nei confronti del proprio lavoro: non come creazione artistica (che in quanto tale deve sempre presupporre un rapporto con il pubblico), ma come strumento di vanità. La vanity press non può essere definita editoria: è una scorciatoia in cui i soldi sostituiscono una valutazione obiettiva del lavoro svolto. Non si pubblica, si acquistano servizi.
    La pubblicazione nasce dall'incontro tra un editore, un autore e un terzo elemento imprescindibile: il lettore. Un incontro che presuppone una volontà di lavorare insieme per creare qualcosa di migliore rispetto al testo grezzo presentato dall'autore. Nella vanity press questo rapporto è depauperato del terzo elemento e la relazione si sviluppa esclusivamente tra editore (venditore) e autore (cliente finale).
    Il vero problema che la massiccia diffusione della vanity press ha portato con sé è che per tanti, troppi, pubblicare con una casa editrice free (ovvero con una casa editrice normale) significa semplicemente ricevere servizi gratuiti: vanity press gratuita. Inutile dirvi che noi scartiamo immediatamente questa tipologia di autori.
  15. M: E che giudizio date sul sempre più dilagante fenomeno dei Self? Ciò per voi è una risorsa o un ulteriore elemento di depauperamento dell'intero sistema editoriale?
    I: Dipende da come l'autore si approccia al self. Se affrontato in modo consapevole (il che implica anche un lavoro professionale sull'editing e la copertina) può essere una valida alternativa alla pubblicazione tradizionale.
  16. M: Come perseguite il difficile lavoro di CE onesta, che supporta i propri scrittori, spesso esordienti, senza chiedere nulla in cambio se non il loro talento? Cosa vi spinge a proseguire su questa filosofia, nonostante la profonda crisi che ha investito anche il mondo letterario?
    I: La crisi ha investito tutti i settori, non solo quello letterario, ma ci opponiamo alla tendenza generale che vede una maggiore povertà anche per quanto concerne la qualità artistica e i contenuti. Riteniamo che l'unica possibilità per un rapporto etico con i nostri autori e i nostri lettori consista nel lavorare al meglio delle nostre forze offrendo libri belli, appassionanti e curati, anche a dispetto della commercialità.
  17. M: Volete dire qualcosa ai vostri lettori?
    I: Speriamo di farvi innamorare dei nostri libri quanto li abbiamo amati noi, dal primo istante.
  18. M: E ai vostri scrittori?
    Se vi abbiamo scelti, è perché siete i migliori
Ringraziamo I doni delle muse per aver aderito all'iniziativa #iosostengolapiccolaeditoria 

venerdì 28 novembre 2014

#iosostengolapiccolaeditoria - Autore di successo resta fedele al piccolo editore che lo ha pubblicato. Intervista a NICOLA FIORIN



A sostegno della piccola editoria abbiamo deciso di intervistare alcuni autori, già ampiamente affermati nel mondo della letteratura.

E’ interessante, secondo noi, capire il punto di vista anche degli autori e in che modo possono consigliare il lavoro che svolgono le piccole case editrici. 


 
Vi presentiamo Nicola Fiorin autore di "Lentamente Muore", "Il migliore dei mondi possibili", "Il canto delle sirene". Quest'ultimo ha vinto il Premio letterario internazionale Eugenia Tantucci 2014.
Attualmente sotto contratto con la Edizioni Arpeggio Libero

Benvenuto Nicola, grazie per aver aderito alla nostra iniziativa e grazie per la disponibilità con cui ci hai concesso questa intervista! Andiamo subito ad iniziare...


Magla: Allo stato attuale quante sono le tue pubblicazioni?
Nicola Fiorin: Tre: Lentamente muore, Il migliore dei mondi possibili, Il canto delle sirene


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Magla: Che genere letterario affronti?  
Nicola Fiorin: Volendo per forza trovare un genere possiamo definirlo legal thriller, anche se credo che, oggi, i confini della narrativa di genere siano molto più labili e lascino posto ad un interessante meticciato. 

 
Magla: Quali sono i tuoi progetti futuri? 
Nicola Fiorin: Non ne ho idea! Ma non mi preoccupo, vivo improvvisando. 


Magla: Parliamo ora dei tuoi esordi, perché se è una grande soddisfazione affermarsi nel proprio lavoro, è anche vero che la strada per “arrivare” è dura e difficile e spesso i giovani autori e le autrici esordienti tendono a dimenticare quanta fatica c’è dietro al proprio successo. Ci puoi raccontare, quindi, qualcosa dei tuoi inizi?  
Nicola Fiorin: I miei esordi sono un po’ anomali. Quando ho compiuto nove anni mi sono fatto regalare una macchina da scrivere, Olivetti lettera 22, da allora non ho più tolto le mani dalla tastiera. Nel corso degli anni ho scritto diversi romanzi senza nessuna velleità di pubblicazione, mi bastava raccontare. Circa sei anni fa ho scritto i primi due romanzi di una trilogia di legal thriller e, dopo molte insistenze dei pochi che li avevano letti, ho cercato un editore. Più che altro ero curioso di capire se davvero quel manoscritto a lungo covato nella mente potesse essere davvero un libro. Gli inizi della mia ricerca non furono incoraggianti: in tutti i siti di settore si parlava di lunghi mesi di attesa per una risposta, quasi sempre negativa e questo per chi era stato fortunato ed aveva ottenuto una risposta. In realtà il primo editore che ho contattato mi ha pubblicato e lo ha fatto pochi mesi dopo aver ricevuto il mio manoscritto. Tutt’ora è il mio editore. In questo senso il mio esordio è stato anomalo. E fortunato.  


Magla: Con quale CE hai iniziato a pubblicare? 
Nicola Fiorin: Edizioni Arpeggio Libero, Lodi città della cui esistenza non ero nemmeno certo prima di incontrare il mio editore.  


Magla:  Quanto ti è servito il lavoro svolto con la tua piccola CE per arrivare al successo? Nicola Fiorin: Premesso che considero il successo un concetto molto vago perché dal mio punto di vista pubblicare è già un grande successo, quando si pubblica con una piccola casa editrice bisogna essere disposti a lavorare duro, con molta creatività e con poche risorse. Ogni nuovo lettore è una conquista che richiede disponibilità e sacrifici.


Magla: In che cosa cambia rispetto a una major?  
Nicola Fiorin: La disponibilità di risorse in primo luogo: una pubblicazione di una major è un prodotto industriale a tutti gli effetti, alla cui produzione lavorano in molti: dalla grafica, alla comunicazione, alla distribuzione, all’editing che è un lavoro importantissimo e non è la correzione di bozze come tanti pensano. Una piccola casa editrice non dispone di un simile apparato ed è per questo che dico che bisogna sopperire con la creatività. Nel mio caso poi, si è creata una comunità di lettori in cui sono presenti molte professionalità che si sono messe a disposizione gratuitamente per le mie pubblicazioni. Anche sotto questo profilo sono stato fortunato. 

 
Magla: Tu che hai entrambe le esperienze di pubblicazione, puoi dirci quali sono i punti di forza di una piccola CE e quali sono, invece, i punti deboli su cui dovrebbero lavorare? Nicola Fiorin: Il principale punto di forza sono i rapporti umani che, nel mondo dell’editoria main stream sono banditi perché ritenuti dannosi. Credo che non avrei alcuna creatività in un ambiente disumano. Bisogna migliorare, invece, la professionalità perché se è vero che piccolo è bello è altrettanto vero che una casa editrice deve sopravvivere sul mercato e che, quindi, necessità di attrezzarsi per poterlo fare al meglio. Lavorare perciò sulla comunicazione, distribuzione, marketing, grafica, editing, selezione testi. Le risorse sono limitate ma ci sono e le nuove tecnologie, da questo punto di vista, possono aiutare molto. Senza dimenticare che i primi a doversi rimboccare le maniche sono gli autori. 





 
Ringraziamo Nicola Fiorin perché ha scelto di sostenere questa iniziativa concedendo questa intervista

Un grande in bocca a lupo da tutto lo staff Magla!


giovedì 27 novembre 2014

#iosostengolapiccolaeditoria - Ebook happy end: ecco le offerte della TRISKELL EDIZIONI



Per l'iniziativa di Magla, l'isola del libro a sostegno della piccola editoria oggi che vi presentiamo la Casa Editrice TRISKELL EDIZIONI




La casa editrice Triskell Edizioni ci ha concesso gentilmente questa intervista, ecco quello che ha deciso di raccontarci...
 








Magla: Da quanto tempo operate nell'editoria?
Triskell: Da febbraio 2013

Magla: Su che tipo di pubblicazioni vi siete specializzati?
Triskell: La linea editoriale della Triskell Edizioni punta l'attenzione sulle storie a lieto fine che comprendano una storia d'amore. Il genere si potrebbe definire romance, anche se alcuni dei nostri testi sfuggono un po' a quella definizione. Diciamo che offriamo storie a lieto fine con una componente romantica. Poi, certamente, pubblichiamo anche romance vero e proprio. Una gran parte della nostra produzione editoriale si interessa di romance a tematica omosessuale maschile, genere definito comunemente romance M/M.
Magla:  Qual è il vostro pubblico di lettori, a chi vi proponete?  
Triskell: Ci rivolgiamo a un pubblico eterogeneo.  
 
Magla: Quanto puntate sulle pubblicazioni cartacee e quanto invece sugli ebook?  
Triskell: La Triskell Edizioni è nata come editore digitale ed è proprio digitale la maggior parte della produzione. Recentemente abbiamo iniziato a utilizzare il servizio Print on Demand di Amazon per poter offrire il cartaceo di alcune nostra pubblicazioni.



Magla: Quali sono i problemi che incontrate come piccola CE nel mondo editoriale? In che modo li arginate o li risolvete?
Triskell: Penso che il problema più grande sia essere presi in considerazione, o anche essere presi sul serio, forse anche perché di CE ne nascono in continuazione. Personalmente posso dire che non ci preoccupiamo di arginare o risolvere il problema, ma bensì mettiamo tutto l'impegno possibile in ciò che facciamo per mostrare con i fatti e con il nostro prodotto che vale la pena prenderci sul serio, che lavoriamo al meglio delle nostre possibilità e che ciò che offriamo ai lettori è un prodotto in qualche modo nuovo e ben curato.

Magla: La grande distribuzione è uno dei problemi che affligge le piccole CE: nelle librerie trovano sempre più spazio titoli delle major e sempre meno posto è dedicato ai volumi proposti dalla piccola editoria, così come la disponibilità per incontri e presentazioni. Avete trovato idee alternative a ciò?
Triskell: No, anche perché essendo principalmente editori digitali siamo presenti soprattutto online. Riguardo a presentazioni e incontri, abbiamo ovviato in passato rivolgendoci a biblioteche o luoghi di incontro "specializzati" come i Caffè Letterari.

Magla: Ritenete che internet sia un buon veicolo per la vendita dei vostri volumi? Vendete tramite il vostro sito o siete presenti anche nei maggiori store on line?
Triskell: Internet per noi è vitale ed è il nostro unico canale di vendita. Vendiamo sì tramite il nostro sito, ma siamo presenti direi in quasi tutti gli store online, non solo nei maggiori ma anche in quelli meno conosciuti.

Magla: Quali ambiti intendete sviluppare tramite i mezzi informatici? In che aspetto internet è una risorsa per voi?
Triskell: Come dicevo prima, internet è per noi vitale. In quando editori digitali, è l'unico nostro mezzo per poter arrivare al pubblico, non potendo essere al momento presenti nelle librerie o nelle edicole. Abbiamo anche stretto una collaborazione con Bookolico in modo da offrire i nostri ebook in 'prestito', un po' come se li dessimo a una biblioteca virtuale.



Magla: I social network in che modo possono essere una risorsa per una piccola CE che non arriva a una distribuzione capillare dei suoi prodotti?
Triskell: Sono importantissimi. Crearsi un pubblico, interagire con loro, sondare il terreno e tenere presente il feedback che arriva dai lettori ha davvero un'importanza enorme.

Magla: Parliamo ora dei rapporti con gli altri attori del mondo editoriale. Partiamo dagli scrittori: con che criteri selezionate i vostri autori? Pubblicate anche esordienti? Com'è impostato il rapporto CE-autori?
Triskell: Noi pubblichiamo per la maggior parte autori esordienti, se parliamo del panorama italiano, mentre traduciamo e pubblichiamo autori già conosciuti per quanto riguarda l'estero.
Selezioniamo i manoscritti valutando innanzitutto se l'opera risponde ai requisiti indicati nel regolamento. Noi pubblichiamo storie a lieto fine e non potete immaginare quanti manoscritti abbiamo dovuto rifiutare perché arrivavano storie con finali tragici. Fattore significativo del fatto che molti autori non pongono nemmeno molta attenzione agli editori a cui si rivolgono.
Dopodiché le due cose per noi essenziali sono che la storia abbia un buon ritmo e che sia scritta in un italiano corretto. A nostro parere se si vuole fare lo scrittore, si deve anche dimostrare di sapere utilizzare un italiano corretto e avere una certa proprietà di linguaggio. Forma e sostanza vanno di pari passo.
Sosteniamo i nostri autori in ogni momento del processo di pubblicazione del loro libro. Ovviamente editiamo il manoscritto, ci confrontiamo con l'autore per le correzioni, sottoponiamo poi il manoscritto editato a un controllo di qualità, creiamo le copertine dei romanzi e le presentiamo in anteprima agli autori, e poi li seguiamo dopo la pubblicazione, aiutandoli nella promozione (cosa che è molto importante che imparino a fare anche da soli).

Magla: Che rapporto avete con i blog letterari o lit blog? Pensate che possano influenzare il mercato editoriale e condizionare le scelte dei lettori? E se sì, ciò può essere una risorsa?
Triskell: I blog sono strumenti interessanti che di certo possono essere una risorsa per una CE, soprattutto se si parla di blog molto seguiti. Non so dire se possano addirittura arrivare a influenzare il mercato, ma di certo possono aiutare il lettore a orientarsi meglio su ciò che il mercato offre. Collaboriamo attivamente con diversi blog ai quali offriamo la possibilità di recensire in anteprima le nostre pubblicazioni e siamo più che disponibili a inviare loro i nostri ebook in valutazione anche dopo l'uscita del romanzo.

Magla: Adesso veniamo a uno dei tasti dolenti: gli Editori a Pagamento (Eap), secondo voi quali sono le ragioni per questo fenomeno, sempre più dilagante? Vi hanno tolto fette di mercato o sono due segmenti differenti, che non interagiscono tra loro?
Triskell: Credo che la motivazione principale possa essere il desiderio estremo di un autore di vedersi pubblicato da una casa editrice. No, a noi personalmente non hanno tolto nulla.

Magla: E che giudizio date sul sempre più dilagante fenomeno dei Self? Ciò per voi è una risorsa o un ulteriore elemento di depauperamento dell'intero sistema editoriale?
Triskell: Il self è un'arma a doppio taglio.
Se da un lato dà la possibilità ad alcuni autori, che per vari motivi non vogliono rivolgersi alle case editrici, di pubblicare da soli le proprie opere, talvolta anche molto meritevoli, è anche vero che permette a chiunque di pubblicare, e personalmente mi è capitato di leggere cose raccapriccianti. Non voglio stigmatizzare il self-publishing, piuttosto vorrei che i lettori fossero dei critici un po' più attenti e non facessero, per esempio, arrivare in cima alle classifiche dei prodotti scadenti, solo perché magari si tratta di amici o conoscenti, rischiando così di dare un'idea fuorviante del prodotto stesso e, a tutti gli effetti, indurre all'acquisto e all'esborso di denaro per un prodotto che avrebbe fatto meglio a restare nel cassetto.
Il self però è anche uno strumento molto utile per gli autori stranieri che vogliono provare a presentarsi sul mercato italiano, così come per gli autori italiani che vogliono pubblicare all'estero.

Magla: Come perseguite il difficile lavoro di CE onesta, che supporta i propri scrittori, spesso esordienti, senza chiedere nulla in cambio se non il loro talento? Cosa vi spinge a proseguire su questa filosofia, nonostante la profonda crisi che ha investito anche il mondo letterario?
Triskell: La risposta è una sola: la passione per ciò che faccio, e lo stesso vale per le mie collaboratrici, la stessa passione che mi ha indotto a fondare la Triskell Edizioni. Penso che sia cosa nota che nel mondo dell'editoria, al giorno d'oggi, non sia il 'soldo' a spronare ad andare avanti, né a motivare il continuo investire in questo settore (non ho ancora avuto modo di incontrare un editore - piccolo - che si sia arricchito pubblicando esordienti. A dire il vero non ci si può nemmeno permettere di non avere un altro lavoro). È la passione.
Personalmente ho impostato la Triskell Edizioni all'insegna della chiarezza e dell'onestà, sia fra i collaboratori che nei confronti degli autori. Non c'è modo migliore per far funzionare le cose. 




Magla: E ai vostri scrittori?
Triskell: Non dimenticate che i primi sostenitori dei vostri romanzi siete voi. E che nel mondo digitale si deve essere presenti, si deve interagire con i lettori, si deve dimostrare di aver a cuore la propria opera.

Magla: E agli altri editori?
Triskell: Di tenere duro, ma anche di lavorare il meglio possibile, anche per ridare un po' di fiducia a lettori e scrittori. 

Ringraziamo Triskell Edizioni per aver aderito all'iniziativa #iosostengolapiccolaeditoria
 
Ringraziamo la disponibilità di Barbara Cinelli a concedere questa intervista
 
Ringraziamo Triskell Edizioni per aver messo come premio in palio uno dei suoi ebook 



mercoledì 26 novembre 2014

#iosostengolapiccolaeditoria - Un contratto con Mondadori: il percorso artistico di ANDREA FRANCO, da una piccola casa editrice a un contratto con la big



A sostegno della piccola editoria abbiamo deciso di intervistare alcuni autori, già ampiamente affermati nel mondo della letteratura, che prima di aver avuto un contratto con una major hanno pubblicato con piccole Case editrici (CE).

È interessante, secondo noi, capire il punto di vista anche degli autori e in che modo possono consigliare il lavoro che svolgono le piccole case editrici.


 
Vi presentiamo Andrea Franco autore di “L’odore del peccato”, attualmente sotto contratto con la Mondadori

Oltre all’attività di autore svolge anche lavori di editing e professional reading.

Per ulteriori informazioni sull'autore consultate il suo sito
 
  


Magla: Ciao Andrea, benvenuto e grazie per la disponibilità con cui hai aderito all’iniziativa e a concederci questa intervista! :-)

Andrea Franco: Grazie a voi per l’invito, per me è un vero piacere poter parlare del mio lavoro, di libri, di scrittura.


Magla: Allo stato attuale quante sono le tue pubblicazioni?
Andrea Franco: Be’, tra romanzi, racconti, articoli, credo oltre quaranta pubblicazioni, anche se non il numero che conta, ma la qualità. Da questo punto di vista mi ritengo fortunato, perché dopo i primi “esperimenti” sono approdato a Delos, Hobby & Work, Mondadori.

Magla:  Che genere letterario affronti?
Andrea Franco: Diversi generi, giallo/thriller storico, fantasy, thriller, fantascienza. Ultimamente mi concentro più che altro sul giallo/thriller storico.

Magla: Quali sono i tuoi progetti futuri?
Andrea Franco: Continuare la mia serie con monsignor Verzi (il protagonista de “L’odore del peccato”, romanzo vincitore del Premio Tedeschi 2013), scrivere un buon romanzo di fantascienza, progettare un romanzo storico.

Magla: Parliamo ora dei tuoi esordi, perché se è una grande soddisfazione affermarsi nel proprio lavoro, è anche vero che la strada per “arrivare” è dura e difficile e spesso i giovani autori e le autrici esordienti tendono a dimenticare quanta fatica c’è dietro al proprio successo. Ci puoi raccontare, quindi, qualcosa dei tuoi inizi?
Andrea Franco: Ho iniziato a scrivere da ragazzo, ma solo dieci anni fa ho cominciato a farlo seriamente. Gli inizi sono stati difficili, ma entusiasmanti. Ogni traguardo era un’emozione pura, i primi premi, le prime case editrici che mi selezionavano. Il salto di qualità è arrivato con Delos, quando è stato selezionato il mio romanzo breve per una collana fantasy. Da quel momento ho capito che potevo puntare a crescere ancora. La prima pubblicazione con Mondadori è del 2009, è arrivata per caso, quasi, ma è stata il risultato di tanto lavoro, perché la fortuna un po’ ci mette lo zampino, ma noi autori dobbiamo farci trovar pronti, lavorare sulla nostra scrittura, non cedere alle tentazioni facili, non credere di essere arrivati.
 
Magla: Con quale CE hai iniziato a pubblicare?
Andrea Franco: Con una CE piccolissima: Traccediverse. Il tutto grazie alla selezione di quella che oggi è una cara amica: Eleonora Alessio, che lesse i miei raccontini e decise che poteva proporli per la pubblicazione. Cinque raccontini, poca roba, ma… 



Magla: Cosa puoi raccontarci del tuo rapporto con la tua CE?
Andrea Franco: Oggi lavoro principalmente con Delos Books e Mondadori. Con Delos il rapporto è di lunga data, ormai, ed è come una grande famiglia, con tanto entusiasmo e tanto dialogo. Quando ho iniziato a scrivere per Mondadori alla guida delle collane da edicola c’era il grande (Sergio) Alan D. Altieri, persona squisita, aperta al dialogo. Il rapporto è stato facile e speciale dal primo momento. L’avvicendamento ha portato la collaborazione con Franco Forte (già in Delos), quindi il mio rapporto con l’editore non è mutato, è rimasto molto diretto, schietto, collaborativo. Questo non significa che si pubblichi con facilità, ma che si discute di tutto apertamente.
Il rapporto passato non la prima casa editrice non è finito bene, per tanti motivi, ma posso dire che in tante piccole CE ho trovato ottima qualità e grande collaborazione, come con Graphe.it, per esempio. E tanta qualità, anche.



Magla: In che cosa cambia rispetto a una major?
Andrea Franco: Il rapporto con una piccola casa editrice è più semplice, più rapido. Non cambia molto, se si lavora puntando alla qualità e cercando di intuire il gusto del pubblico. Certo, le piccole CE accettano ogni proposta di autori più noti con entusiasmo, mentre in Mondadori devi sudare tutto. Ma è anche vero che le piccole realtà hanno problemi di soldi che le frenano e spesso anche le idee buone rimangono al margine. Alla fine scrivere e farsi pubblicare rimane sempre un lavoro duro. E farsi comprare, soprattutto.

Magla: Tu che hai entrambe le esperienze di pubblicazione, puoi dirci quali sono i punti di forza di una piccola CE e quali sono, invece, i punti deboli su cui dovrebbero lavorare?
Andrea Franco: Punto di forza è la possibilità (necessità) di attingere a nuove leve, a emergenti, cercare il nuovo autore, mentre le grandi spesso puntano su nomi sicuri, sulle certezze che portano tante copie e tanti soldi. Se da una parta paga a livello economico, certe volte è lo stimolo a venire meno, la ricerca, la crescita, quindi questo è un punto a favore per le piccole CE. Su cosa lavorare? Sulla qualità, senza dubbio, perché molte piccole CE pubblicano testi non sempre meritevoli (e loro non se lo dovrebbero permettere), non fanno un buon editing (spesso non ci sono persone in grado di farlo o si improvvisano persone che non dovrebbero fare questo lavoro), non fanno belle copertine (fondamentale per attirare il lettore). Insomma, a volte curano poco il pacchetto finale, magari pensato chissà cosa (e qui mi censuro un pochino!). Non tutte, eh, ma la maggior parte. Molte lavorano bene, come le citate Delos e Graphe.it con le quali lavoro e ho lavorato sempre bene e con piacere. Molte altre sono approssimative e… non dovrebbero permetterselo.

Magla: Un messaggio per i lettori… 
Andrea Franco: Appoggiate la narrativa italiana. In Italia si tende a premiare lo straniero, ma funziona così solo da noi, gli altri, amano anche i prodotti vicini a loro. Scegliete con cura cosa leggere e non fate distinzione tra italiano e non italiano, ma tra bravo e non bravo. E non cercate sempre i soliti nomi. Cercate il nuovo, sperimentate. Anche se a volte pescherete male, ovvio. Non importa.   
Un ultima cosa... vi aspetto sul mio sito www.andreafranco.net o sulla pagina wikipedia.
Se vi ho incuriosito, vi invito a leggere il mio nuovo romanzo “1849: Guerra, Delitti, Passione”.
E fatemi sapere, eh? A presto... (Andrea)


Ringraziamo Andrea Franco perché ha scelto di sostenere questa iniziativa offrendo in omaggio un suo libro "1849" di ultima uscita! 

Ancora grazie per la disponibilità e un grande in bocca a lupo da tutto lo staff Magla!